Aspetti e considerazioni di fine anno
Quello che vengo a scriverti oggi è un’articolo che devi leggere con la giusta attenzione ma che, allo stesso tempo, non deve influenzare le tue prossime scelte e piuttosto dovrebbe entrare a far parte del tuo “swipe file” da Internet Marketer, Freelance, Blogger, Web Designer o come e cosa sei e preferisci essere….
Sto per parlarti di alcune esperienze lavorative e personali nate dal lavoro costante online in tutto il 2014.
Gli argomenti che tratterò qui di seguito sono i seguenti:
- Blogging e Mitologia
- Collaborazioni fra freelance
- Conversion rate e landing pages (e squeeze page)
Mitologia del blogging: scrivi spesso articoli per il tuo Blog
Porto avanti questo blog dal 2009 e da anni leggo di blogging in italiano e in inglese nei più disparati posti e nelle salse più condite oltre che da molteplici dispositivi.
In linea generale quello che più o meno tutti dicono universalmente è questo: scrivi spesso, scrivi almeno 1 articolo a settimana, sii costante.
Ora il punto è questo: fare blogging letteralmente parlando (o comunque per come è stato inventato il fenomeno del blogging) significa tenere traccia di quello che succede, di quello che accade per una persona, in un’azienda, di un progetto ecc.
Secondo me questo approccio è paragonabile a diventare un giornalista web: ma io non sono un giornalista! E ne voglio diventarlo.
Cosi preso dalla “fatica” di dover scrivere o inventare tutorial per “riempire il blog” a fine anno scorso presi una decisione : “Nel prossimo anno scriverò molto meno, senza affanno e quel che scriverò sarà principalmente qualcosa che nascerà dal – dietro le quinte – del mio lavoro e delle mie esperienze personali con il Webdesign Marketing Oriented.”
Quali sono i risultati di questa strategia?
- Nel 2014 ho scritto il 40% in meno di articoli ed ho raddoppiato il traffico del sito.
Merito di articoli decisamente più approfonditi, di backstage svelati e di grossi problemi affrontati. Gli utenti hanno dimostrato di apprezzare molto di più questa strategia di comunicazione rispetto agli articoli, più frequenti, del passato. - pur avendo scritto molti meno articoli il tasso di iscrizione alla mia newsletter mantiene la stessa crescita costante (quindi ho ottimizato i risultati: meno sforzo = stesso risultato), e relativamente il tasso di disiscrizione della liste e diminuito tantissimo.
- Il tasso di apertura delle mie email è cresciuto (quindi gli utenti aprono e leggono più volentieri le email che di per se diventano quasi un evento più che una routine.)
- Molti più utenti hanno linkato i miei articoli, rispetto al passato, con un guadagno netto di backlink che aiuta la SEO.
- Aumento considerevole di richieste di lavoro (quasi il 200% in più)
- Un forte aumento delle richieste di consulenze (quasi il 400% in più)
Conclusione: come ho sempre creduto non serve fare i giornalisti per ottenere dei buoni risultati con il blog. Ovviamente questo è quello che attualemente accade per me ormai da un anno e che salvo test continuerò a fare anche per tutto il 2015.
Infine, NON significa che bloggare spesso sia sbagliato!
Ricerca del personale e collaborazioni fra Freelance.
Quest’anno ho avuto modo di ingaggiare a ruota una dozzina di freelance con e senza partita IVA.
Salvo un paio di eccezioni, per il resto questa esperienza si è rivelata molto dispendiosa in termini di energie e risorse (economiche e non).
Una delle cose che ho compreso a pieno e che “i collaboratori quasi nel 100% dei casi sono poco disposti a sposare un progetto dal punto di vista emotivo”.
E’ la sindrome dell’Italiano medio: faccio quello che devo e basta. La sindrome dell’impiegato statale.
Per molti altri invece scatta una competizione involontaria: “Lo posso fare anche io! E sono più bravo di te…che mi stai chiedendo collaborazione!”
E per dinamiche come questa non danno il meglio e si limitano.
Sindrome che un freelance o un aspirante tale non dovrebbe avere considerando che, specie se è il solo a smanettare fra codici e Photoshop, l’atteggiamento imprenditoriale dovrebbe prevalere su tutto e affinare l’occhio per quelli che possono diventare una sorta di investimento.
Questo aspetto è veramente un cancro mentale nella micro economia di scambio fra freelance poichè troppo spesso si rivela una spesa più che una risorsa per chi cerca collaboratori, mi spiego meglio con un esempio pratico: se chiedi un supporto esterno ad un freelance, questo solitamente vuol dire che è cosi pieno di lavoro che ha bisogno di una mano.
Di conseguenza va da se che a meno che non si tratti di uno sprovveduto, questa condizione verrebbe a replicarsi con una certa frequenza.
Quello che però ho constatato io quest’anno è stato questo:
- per i collaboratori che ho contattato io: 2 su 4 si sono rivelati delle ottime risorse anche dal punto di vista della condivisione del progetto.
- per i collaboratori che mi hanno chiesto esplicitamente di poter collaborare: ho ricevuto dei preventivi alti come se fossi un cliente finale rendendo la collaborazione poco profittevole considerando che a quella somma bisogna metterci il ricarico e calcolare che quel lavoro ti ha aumentato il fatturato quindi più tasse.
Il consiglio? Quando è un freelance a chiederti una collaborazione “Vola basso”!
Non è un consiglio dettato da un principio di speculazione perchè c’è sempre tempo e modo per aumentare i compensi gradualmente e quest’ultima condizione verrà accettata volentieri quando la qualità del lavoro ripaga il tempo risparmiato e il risultato ottenuto.
Infine aggiungo, se una collaborazione ti può fruttare fra i 5ooo e i 10.ooo euro all’anno dovresti valutare bene l’approccio e l’atteggiamento oltre che il prezzo da proporre perchè altrimenti ti stai privando di un flusso di lavoro che non ti appartiene direttamente e che sfrutta il marketing (e il relativo sforzo economico), del partner che sta offrendo la collaborazione.
Above the fold o no?
Lavorando principalmente “con e per” Internet Marketer e formatori praticamente circa ogni settimana o quasi parte un nuovo lancio, una nuova squeeze page da creare e testare.
In quelli che sono stati i test condotti quest’anno 13 test di conversione su 18 hanno proclamato vincitore una squeeze page nel quale il form optin era abbastanza sotto la piega, l’above the fold, quindi il form NON ERA ABOVE THE FOLD.
A questo aggiungo alcune considerazioni personali:
- L’utente, anche in italia, ormai inizia ad essere smaliziato;
- Servono sempre più informazioni per convicere l’utente a fare optin
- Il mito dell’above the fold secondo me è superato in quanto ormai specie grazie agli smartphone le persone sono state educate a scrollare piu e più volte (pensa a quando navighi una pagina o meglio ancora su facebook dal tuo smartphone…)
Form in mostra o no?
Quest’anno seguendo anche un trend “americano” (l’esempio americano è molto seguito dagli internet marketer) abbiamo iniziato a testare squeeze page che non mostravano il form optin in vista ma che presentavano solo un tasto dal quale compariva una lightbox all’interno del quale c’era il form.
Questa strategia tecnica non ha prodotto buoni risultati, anzi.
Al momento abbiamo testato solo 6 squeeze page e il 100% di questi test ha prodotto un calo di conversione fra l’8% e il 14%.
Porterò avanti questi test su nuovi mercati per vedere come si comportano.
Fermo restando che quelli appena citati sono dei test effettuati dai mercati con il quale mi interfaccio, il consiglio che ti posso dare è questo: tieni presente questo split test e replicalo sul tuo mercato, non prendere per verità assoluta questi risultati anche se possono sembrare più che indicativi. L’unico giudizio verità te la da il test sulle tue pagine, sul tuo copy e sul tuo mercato!
Bene a questo punto non mi resta che chiedere a te le tue considerazioni su quanto scritto e infine augurarti dei buoni risultati nel 2015!
Guido ha detto:
Grazie Andrea per la tua condivisione.
Hai anticipato un po’ quello che volevo scrivere nel mio blog per i saluti di fine anno. Anche lo stile mi piace e quindi di sicuro ne prenderò qualche spunto.
Pensi che scrivere molti post possa essere anche terapeutico e di aiuto a se stessi. Ovviamente non deve essere stressante.
Anche io ho iniziato delle collaborazioni, nel mio piccolo, quest’ anno ed è stato un anno di crescita con altre persone, con alcune più facile di altre.
Infine testare cose nuove ti apre a nuove opportunità ed a cercare il miglioramento.
Buone feste a te, a chi ti segue e anche a chi non ti segue.
Guido
Andrea Leti ha detto:
Sono felice di conoscere che condividi quanto scritto! 🙂
Giovanni “Alfredo” Bertagna ha detto:
Come sempre è un piacere leggere i tuoi articoli.
Relativamente a non essere necessario pubblicare molti post, ma meglio pochi e buoni, lo pensavo anche io e ora ho una conferma autorevole. In fondo il blog è un diario personale su cui scrivere.
Per il resto sto ancora cercando di trovare una strada per il mio piccolo blog in cui coniugare fotografia e microstock.
Un saluto e auguri di buone feste
Andrea Leti ha detto:
Ciao Giovanni,
il blog tecnicamente si è o dovrebbe essere un LOG PERSONALE, ma allo stesso tempo per un freelance, per un imprenditore online è uno strumento di Marketing per trasferire dall’altra parte la professionalità.
Alfredo ha detto:
Bravo Andrea, bel post… ho avuto il piacere di collaborare con te e spero di essere tra quelli che ti hanno fatto sudare di meno… 😀
Per me e stata un’esperienza di crescita umana e professionale… e credi un pò mi mancano le skype call e i commit … 😀 Ti auguro il meglio. Buon Natale da un tuo Amico e collega! 🙂
Andrea Leti ha detto:
Grande Alfio,
posso pubblicamente affermare che sei una persona sulla quale si può fare affidamento senza preoccuparsi troppo. 😉
Tantissimi auguri di Buon Natale anche a te!
giuseppe ha detto:
Salve Andrea,
non ci conosciamo molto! (e non basta 1 q.le di sale si dice) ma apprezzo il tuo modo di stare e di “restare” sul web. Molte cose trovo ficcanti altre troppo finalizzate. E’ da secoli che propongo il coworking ma come vedi si tratta di un limite “chimico-fisico” di questo paese, forse dato dal sistema “cooperative-partitiche”. Mi piacerebbe per il 2015 renderti partecipe di un progetto che sto portando avanti.
Auguro al “padre di famiglia” ed al professionista un buonissimo Natale.
Pino
Andrea Leti ha detto:
Ciao Pino la cultura del co-working e del co-marketing è molto malvista in “ITAGLIA” perchè troppo presi e preoccupati a “fottere l’altro”.
A differenza del co-marketing che più o meno lontamente si sta facendo avando il co-working è ancora un miraggio.
Per il co-working, messo per esteso che serve una certa mentalità da parte di chi riceve la proposta, bisogna vedere come incastrare l’impegno compatibilmente con gli impegni di ciascun attore in gioco.
Per il resto mandami una email e sentiamoci.
Buone feste anche a te!
marco ha detto:
Ciao Andrea
Il mio sito di vendita on line(non blog per adesso),è in fase di gestazione(attualmente in locale),e quando lo pubblicherò su hosting potrò fare esperienza dei vari problemi di vendita.
Comunque anche secondo me non si deve pubblicare articoli per forza,a scapito della qualità e magari dell’originalità(che è molto più difficile).
Penso che scrivere articoli tanto per scrivere e avere visibilità, ti porta solo danno, e i lettori sono i primi a capirlo.
Se non si ha niente di nuovo(o di importante) da scrivere è meglio non scrivere,il lettore del tuo Blog si farà quell’opinione su di te,e non è male,anzi,un tuo nuovo articolo,avrà importanza già prima di essere letto
Un caro saluto e un augurio di buone feste
marco ha detto:
Molte Grazie per le preziose info che sono Utilissime a me per fare meglio ….
Ti faccio i Miei migliori Auguri. Un Abbraccio Marco!
Giovanni ha detto:
Ciao Andrea, innanzitutto tanti auguri per il Natale appena trascorso e per il nuovo anno in arrivo!!!
Come ti ho già scritto in altre occasioni ribadisco che i tuoi suggerimenti sono sempre utili e stimolanti. Attendo sempre con ansia i tuoi articoli e li leggo con molto piacere. Mi piace come scrivi e soprattutto apprezzo la tua semplicità e concretezza. Grazie e A PRESTO!!!
Andrea Leti ha detto:
Grazie Giovanni!
Le tue parole mi stimolano a fare meglio. 🙂
Giuseppe Piazzese ha detto:
Ciao Andrea,
innanzitutto colgo l’occasione per farti i miei auguri di buon anno, sperando che sia un anno migliore di quello che ci apprestiamo a lasciare!
Per quanto riguarda il tuo post ti dico la mia idea punto per punto:
1) Seguo il tuo blog dall’estate del 2013, da subito l’ho trovato molto interessante e leggo sempre con piacere i tuoi articoli. In effetti ho notato che hai scritto meno durante l’ultimo anno, ma non per questo i tuoi interventi sono stati meno interessanti, anzi. Ed è proprio questo il punto, la qualità dei contenuti è la cosa più importante, in linea di massima è meglio scrivere con una certa regolarità (non dico spesso, ma neanche un post all’anno perchè è un po’ come non scrivere, e in questo senso il mio proposito per il 2015 è quello di scrivere di più nel mio), ma se scrivere deve essere solo un’impegno e un ostacolo alla qualità dei contenuti allora meglio scrivere meno ma farlo bene. La quantità è relativa, alcuni blog possono scrivere tanto ma scriver soltanto spazzatura, la qualità è quella che conta.
2) La mentalità italica purtroppo è un bel problema, in Italia si tende a pensare sempre e solo al guadagno immediato e all’interesse personale, senza guardare più in là del proprio naso, e magari lasciando sfuggire così ottime occasioni. Se un collega ti chiede di collaborare dall’esito di questa collaborazione possono sorgerne molte altre in futuro.
3) Ormai gli utenti la sanno lunga, c’è una tale quantità di offerta che ormai non basta più mettere un form above the fold per convincerli, vogliono vederci chiaro.
Poi direi anche che molto dipende dal tipo di contenuto e dall’obbiettivo della tua pagina, dalla conoscenza previa che ha l’utente…tante possibilità, e poi come tu dici, ormai con gli smartphones l’utente è più che abituato a scrollare, i siti one-page si stanno moltiplicando anche per questo.
Ancora auguri e al prossimo articolo! 😉