Modelli di business freelance
Nei precedenti articoli ho analizzato alcuni aspetti del diventare freelance.
Nel momento in cui apri partita IVA puoi decidere come gestire il tuo lavoro e quindi pian piano definire e chiarire il tuo modello di Business.
Di modelli di business ce ne sono diversi ma i più comuni sono i seguenti che per semplificare chiamerò:
- Specialist
- Microeconomico
- Monopolistico
- Team Member Premium
Vediamo insieme ognuno singolarmente.
Modello Specialist
In questo modello di Business il freelance è un accentratore di lavoro.
Realizza tutto lui e gestisce il lavoro secondo scalette precise con tempi e scadenze INTERNE da rispettare.
Con questo tipo di modello l’accrescimento del business avviene tramite innalzamento delle tariffe in base alle proprie abilità di risoluzione dei problemi.
Solitamente con questo modello di business il freelance riesce a selezionare la clientela, diminuendola, alzando le tariffe e lavorando solo con un certo tipo di persone che potendosi permettere una tariffa più alta permettono allo stesso freelance di lavorare con tranquillità. Con questo modello il freelance negl’anni potrebbe ritrovarsi a guadagnare molto facendo poco.
Il punto debole di questo modello è che il freelance si ritrova spesso a dover cercare i clienti.
Il controvantaggio è che con questo modello si può diventare potenzialmente una celebrità del proprio mercato.
Microeconomico (esecutore)
In questo modello il freelance ha, o comunque parte da, 2 collaborazioni esterne continuative che gli coprono generalmente circa il 60% del fatturato annuale alle quali associa una o più collaborazioni continuative di minore entità e un set di lavori occasionali che accrescono il numero di contatti e ovviamente il fatturato.
Il grande vantaggio di questo modello è che a generare lavoro e quindi richiesta sono i titolari delle collaborazioni continuative.
Lo svantaggio è che quando si hanno 2/3 buoni clienti continuativi è facile che inizi a subentrare una forma di rilassamento/appagamento che diventa deleterio per lo sviluppo dell’attività e che potrebbe generare un’involuzione della propria attività.
Monopolistico (esecutore)
Questo è quello che ho spaventosamente conosciuto tramite le vostre email.
Ovvero il mascheramento di un lavoro dipendente. Ti apri partita IVA la tua retribuzione aumenta per esempio da 1500€ a 1800€ con la convinzione di poter fare bene il tuo lavoro come lavoratore autonomo e arrotondare con dei lavori occasionali. La situazione in realtà non è cambiata molto se non peggiorata visto che adesso ti aspettano INPS e tasse da pagare.
La grande pecca di questo modello è che il 50% se non più del fatturato annuale viene garantito da 1 sola collaborazione che se dovesse saltare metterebbe in grande difficoltà il freelance.
[alert]Se appartieni a questo modello e psicologicamente cadi nello sconforto tranquillizati!
Il 90% dei freelance inizia cosi, hai tutto il tempo per migliorare e far nascere opportunità che ti genereranno guadagni.
Se stai ancora così dopo due tre anni secondo me è grave! Ti consiglio di rivedere il tuo mercato, le tue abitudini d’azione e magari provare a cambiare strategia.
Team Member Premium
Questo modello è praticamente simile al microeconomico ma a differenza dell’altro mette il freelance in una collaborazione continuativa appartenente ad un Team di un Imprenditore o Società che gestiscono più attività e per le quali diventa molto importante avere una persona che non si limiti a eseguire le commissioni ma a prendersi carico di responsabilità ed essere parte dell’attività e della produttività del Business.
Il grande vantaggio di questo Modello è che ti permette di conoscere molte dinamiche imprenditoriali (Gestione dei task, gestione del personale, economia aziendale, strategie economiche, ecc..) che pre-formano in via del tutto pratica il freelance per una eventuale evoluzione dell’attività del freelance.
Finora ho specificato collaborazioni continuative ma ovviamente queste possono essere rimpiazzate/sostituite da attività personali del freelance.
La natura della scelta di uno fra questi modelli di business deriva molto anche dalle inclinazioni naturali/caratteriali del freelance e dalle proprie ambizioni e aspirazioni.
E TU che modello di business utilizzi o vorresti/preferiresti utilizzare se diventi freelance?
Scrivi il tuo pensiero nei commenti! 😉
Riccardo Mel ha detto:
Bell’articolo Andrea! Complimenti 😉
Andrea Leti ha detto:
Grazie Riccardo! Mi fa piacere che ti sia piaciuto.
VELIA ha detto:
Condivido, esaustivo come sempre. Io preferisco il primo o secondo modello se un giorno…forse….
Manuela ha detto:
Andrea, anche se sei freelance da anni può capitare il periodo di magra. L’importante è non lasciarsi abbattere, e migliorare sempre! Da parte mia, credo che la mia “colpa” sia stata sapere poco e niente di web marketing…mondo che sto conoscendo ora, e che mi sta facendo capire TANTE, MA TANTE cose…puoi essere bravo quanto vuoi, ma se nessuno ti vede non serve a nulla.
Andrea Leti ha detto:
Il marketing in generale e il web marketing come specializzazione formano insieme quello strumento di visibilità che bisogna possedere per garantirsi una fetta di mercato e poter ambire ad una certa continuità. I periodi di magra capitano anche a Bill Gates! 😉
Marco Ferraro ha detto:
Ottimo articolo Andrea,
Io per quel che mi riguarda sono appartenuto per anni alla terza categoria, ovvero Monopolistico (Esecutore) quando lavoravo come sistemista per le società di consulenza informatica che mi vendevano ai loro clienti.
Ora mi sto orientando più al Team Member premium che mi dà molte più soddisfazioni 🙂
Ottimo Lavoro Andrea! 🙂
Un caro saluto
Marco Ferraro
Andrea Leti ha detto:
Grazie Marco!
Mi fa piacere vedere che mi segui e che stai apprezzando questi articoli!
Very Good! 😉
Marco Ferraro ha detto:
Andrea è un piacere seguirti perchè fai le cose come si deve e dai valore con questo blog alle persone che ti seguono. E a me piace seguire le persone di valore :-), per poterne carpire le eccellenze e se possibile farle mie e integrarle con ciò che c’è di meglio in quello che faccio io per compiere eccellenze anche io 🙂
Continua così! 🙂
Un caro saluto
Marco Ferraro
Silvia ha detto:
Yeah!! proprio bell’articolo!!! Adoro i suggerimenti, le ipotesi, i commenti in un campo fatto proprio di comunicazione (tramite web)…. Personalmente potrei definirmi un “aspirante freelance”… con lavori eseguiti solo tramite richieste di interventi sporadici (il più delle volte con proposte che non valeva la pena di seguire..) uhm.. vedo un bel Ebook sotto.. appunto siti web di qualità a quale aggiungerei eseguiti da professionisti(il mio sogno diventare un vero “esperto” così da poter indirizzare la richiesta del cliente verso una esecuzione efficace ) …. per clienti di qualità …
GRAZIE!!!!! i tuoi articoli sono pieni di positività e ottimismo che mi invogliano ad andare avanti in un percorso che tanto amo! Saluti a tutti!
Andrea Leti ha detto:
Ciao Silvia, spero che questa positività possa portarti fortuna nel lavoro e nella vita! 🙂
Andrea ha detto:
Io mi sto approprinquando alla prima categoria partendo dalla ahimè terza (la peggiore 🙁 detta anche cappio al collo!)… molto bello il tuo articolo, ma vorrei aggiungere che nella seconda categoria, 2 o 3 collaborazioni continuativ, ai tempi attuali di crisi credo che siano cmq qualcosa su cui non puoi sempre contare come per assodato… cioè seppur sia difficile, potrebbero saltare una o più di queste collaborazioni “continuative”, dato che nessuno ti farebbe un contratto a tempo indeterminato (oltretutto neanche questo è garanzia di non perdere mai il lavoro!)… sono dell’idea che l’unica continuità te la può dare una fitta rete di piccoli clienti, che coem saggiamente hai detto tu con il tempo ti selezionerai… ma se hai 100 piccoli clienti è davvero impossibile (a meno di carestie, guerre e armi di distruzione di massa :P) che saltino tutti insieme! IMHO ovviamente 😉
ciao e grazie per il tuo ottimo e prezioso lavoro! 😀
Andrea Leti ha detto:
Ciao ANDREA 🙂
niente è per sempre.
Le collaborazioni continuative probabilmente copriranno solo una parte della vita da freelance,
tutto dipende dalle evoluzioni che il lavoro ricompre.
Come tali possono saltare ed essere rimpiazzate.